tanto di cui parlare, tutto ancora da vivere

sabato 17 dicembre 2011

Carillon

Oggi sono entrato in un negozio, per comprare una di quelle sfere con dentro babbo natale e la neve..Delle stupidate, senza dubbio. Ma ce n'erano diverse, e alcune avevano anche un carillon. Il tipo del negozio allora ha iniziato a farne suonare uno.
Mi piace la musica che esce dai carillon, mi fa venire subito gli occhi lucidi. E' la malinconia che mi trasmettono a piacermi.
Solo che il tizio del negozio ha iniziato a farne suonare un altro, poi un altro e un altro ancora. Le melodie non si potevano più distinguere, era come se ciascuno volesse gridare la sua storia, il suo ricordo ma non potesse farlo. Perchè quando si fanno suonare più carillon, è impossibile distinguere il loro canto. E il loro suono è insopportabile.
Mi sono sentito così, con la voglia di gridare, ma consapevole dell'impossibilità di farmi capire.
Ieri ho trascorso la notte a casa dell'Altro.
Ho preparato le solite bugie da quattro soldi, mi son messo in macchina e sono andato. E' stato strano, come sempre c'era un attimo di imbarazzo, poi è venuto il momento del sesso. Anche qui, forse un po' il solito. E' un maschio, ha le sue necessità, e io gli permetto di fare ciò che vuole. Mi prende forte, senza amore, solo sesso. Riesco a tenerlo lontano dal cuore in quel momento.
Ma dopo c'è stato il momento della notte. Abbiamo parlato poco, non aveva voglia, aveva sonno. L'ho capito subito appena sono entrato in casa che non sarebbe stata la serata che mi aspettavo. A parte il fatto che avevo mal di testa, sentivo lui distante. Ci siamo detti solo una cosa, molto importante: non staremo mai insieme e non avremo mai un rapporto di un certo tipo, perchè io sono troppo ragazzino per lui e lui è troppo uomo per me. Ne fa una questione di esperienza, dice che di testa son grande abbastanza; io mi sento sempre più bambino e non so veramente come sarà il mio domani, inoltre di fianco a lui mi lascerei morire.
Vive nel buio, luci sempre spente, imposte sempre chiuse: la sua casa è scura, quasi fredda. Di notte nella sua stanza non si distingue niente, non filtra il minimo raggio di luce.
Credo lui si senta così dentro. Non mi ha detto molto, ma aveva un ragazzo, e dev'esserci rimasto fregato. Dev'essere stato trattato male, ora cerca solo di sopravvivere. In fondo è una persona buona, fa molto per gli altri, anche se vedendolo così sembra solo uno stronzo.
Secondo me è solo una persona sola, anche se dice di avere un migliore amico, diversi migliori amici... Ma gli manca qualcuno che gli scaldi il cuore e l'anima. E non posso di certo essere io.
Ho ancora tanto da ridere, da imparare, da sbagliare. Non voglio prendermi carico della tristezza di un'altra persona, per essere triste ho già il mio senso di estraneità dal mondo che mi circonda.
Credevo che lui potesse salvarmi, e in un certo senso l'ha fatto: mi ha salvato da sè stesso, mi ha allontanato prima che fosse troppo tardi e allo stesso tempo mi ha acceso dentro la voglia di andare avanti, pensare alla mia vita. Mi auguro sappia badare a sè stesso e che trovi dalla vita quello che cerca.
Io ho voglia di tornare tra le braccia di Lui, di fare l'amore con il cuore, con il sentimento. Di ripristinare il sentimento che c'era tra noi. E così lo rincorro di nuovo, ci inseguiamo.
E in un certo senso chiudo l'esperienza con l'Altro. Sicuramente non lo cercherò più, se mi vorrà mi cercherà lui; mi piacerebbe essergli amico, ma il carico della faccenda potrebbe essere insostenibile e sarei come sempre un pessimo amico.
Non ci metterà che un secondo a dimenticarsi di me: è un maschio, saprà farsene una ragione molto in fretta. Ma forse non si sentirà bene, vorrà qualcuno la notte nel suo letto che non avrà paura di abbracciare, ma girandosi sentirà freddo e vuoto.
Anche lui si sentirà un carillon

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