tanto di cui parlare, tutto ancora da vivere

lunedì 26 marzo 2012

23 Marzo

Non ci voglio credere ma è successo... E' passato un altro anno ed eccomi qui a rimuginare su cosa è andato bene e cosa no.
Non mi ricordo cosa ho pensato 366 giorni fa prima di addormentarmi, ho solo un messaggio di marghe salvato sul telefono, in cui si chiedeva cosa sarebbe cambiato di lì a un anno.
Ora posso risponderle, e dirle che non è cambiato poi tanto.
Io sono un po' cambiato: taglio di capelli innanzitutto, via quella montagna di pelo in testa, ora mi sono ridimensionato.
Rimangono le mie costanti:
Voglia di studiare vicina allo zero assoluto, con interesse latente per le cose che studio.
Impegni presi per puro esibizionismo e mantenuti più o meno, praticamente gli stessi.
Serietà con cui affronto la vita pari a quella di un ragazzino delle medie.
Voglia di lamentarmi di tutto e per tutto, gratuitamente se possibile.
Però quest'anno devo essere sincero e dire che sono un po' più grande.
L'aver conosciuto l'Altro, con il suo stile di vita di cui so poco ma che lascia molto poco alla fantasia, mi ha mostrato quel qualcosa che cercavo. Ora so che esiste un altro modo per affrontare ogni cosa, ho visto che davvero al mondo prima di tutto e di tutti ci sono io.
Il fatto di pensare che a volte devo scegliere per me e per il mio bene non è mai stato così scontato.
Ho sempre detestato chiedere, per carattere, per timidezza. O anche solo per la paura di essere deluso e di dover affrontare un dispiacere: i no non mi sono mai piaciuti, fin da piccolo.
Non dico che mi sono sempre accontentato, ma ho sempre cercato di raggiungere quel compromesso che poteva far contenti tutti.
Ora è il caso di smetterla.
Quest'anno mi sono concesso un numero di amanti abbastanza significativo. E di nuovo l'Altro mi è stato d'aiuto nel capirlo.
La mia storia con Lui andava avanti per abitudine, si dice che quando l'amore passa sopraggiunga l'affetto. Dev'essere accaduto così e ci siamo dati per scontati. Così ho conosciuto A, M.. e tutti gli altri, con cui son stato una o due volte.
Ora, analizzando un po' le cose, devo dire che su Lui non si discute, gli voglio bene e non posso farne a meno per ora, anche se non è il grande amore che vado cercando.
M è un bel tipo, mi piace fisicamente e mi piace il fatto che in qualche modo mi desidera, nonostante tutto. Ho i miei dubbi circa diversi dettagli, ma cerco di stare attento, se dovesse accadere qualcosa sarebbe un disastro.
L'Altro poi è un caso a parte, ora credo che se riusciamo a non sentirci per un po' riesco a farmelo passare del tutto. Sento che proprio non c'è più nulla da fare, non gli interesso e la cosa mi scoraggia. I 200 chilometri non aiutano, quindi se si chiude questa pagina è meglio.
Poi ci sono gli amici.
Premetto che sono stato un pessimo amico per tutti, chi più o chi meno, ma ciascuno qualche bidone da me se l'è preso. Nonostante ciò, mi vogliono bene e perdonano ogni mia bastardata e ogni colpo di testa.
Li ringrazio con il cuore, perchè nonostante ci provi a fare il figo e ad arrangiarmi da me, ogni volta che ci rimango sotto quando qualche stronzo mi fa male, loro sono lì a prendermi, anche se non sanno davvero come sto e perchè.
Sono le mie certezze.
E parlando di certezze, devo ringraziare anche la mia bambina.
Con mia sorella ho sempre avuto un attaccamento particolare, che è venuto meno tempo fa a causa di una storia finita male. Poi ci siamo riavvicinati, e ora, anche se non sono sincero con lei sotto alcuni aspetti, abbiamo un bel rapporto, possiamo contare l'uno sull'altra senza problemi.
Credo sappia di me, non ci vuole un genio per capire certe cose, ma nonostante questo non giudica nè dice niente, mi sta vicino e mi vuole bene. Questo basta.
Mi piacerebbe fare progetti per questo 22 esimo anno di età, ma non saprei cosa progettare e cosa chiedere a me stesso, senza contare il fatto che vedrei naufragare qualunque pensiero entro un paio di settimante
Ciao me stesso dell'anno prossimo, come stai? Finalmente hai capito che cosa vuoi fare da grande? Stai ancora con Lui, ti lasci perseguitare ancora dal pensiero dell'Altro?Che cosa è cambiato dall'anno scorso?
Buon compleanno puttana.

mercoledì 21 marzo 2012

19 Marzo

Anche questa volta sono in ritardo..
Sarà che forse ha ragione chi dice che me la meno troppo, ma io non riesco a prendere seriamente gli altri, e di conseguenza il loro tempo. Figuriamoci la serietà con cui considero il mio.
Però a volte capita che aspetti un messaggio, una chiamata, un segnale di fumo, insomma qualcosa, che però non arriva.
E le ore passano e la mente viaggia, troppo spesso nella direzione giusta.
Ma cosa costa un no? Rimandiamo è una parola troppo difficile da scrivere? Eppure l'ho già letta tante volte da quel numero maledetto.
Ogni volta ci sto sopra sempre meno, questo è vero, però un briciolo di coerenza me l'aspetto.
Mi aspetto troppo, evidentemente.
Alla fine poi, quando non lo aspetti più arriva il messaggio e che altro si può fare se non dire si?
Un po' di storie, non mi va che ti fai la strada, questo e quell'altro. Ma io voglio andarci, quindi chiedo si o no. La risposta questa volta è si, così mi invento una storia verosimile e salto in macchina.
Un'ora è lunga da passare, dopo aver superato Bergamo c'è esattamente metà strada ancora da correre.
Poi ci si incontra, dopo che gli ho fatto notare in diversi modi che l'altra volta ci sono rimasto male, oggi ci ha dato dentro, come se volesse dimostrarmi qualcosa.
Al diavolo, dopo aver finito mi sentivo di troppo. E sono rimasto apposta per vedere la reazione.. Reazione che non è arrivata o forse che io ho appositamente ignorato.
Poi me ne sono andato, ed è finito tutto quanto.
Con l'Altro finisce sempre così, ad un certo punto mi cerca, mi dice che gli manco e se posso andare da lui; il sesto senso vuole che scelga sempre le giornate meno adatte, così devo dire di no e quando poi posso io sembra che non mi voglia più.
L'avrò capita questa volta? Domani si vedrà, chissà se riuscirò a pensare che la vita è la mia oppure sarò così cretino da cercare di prendere (di nuovo) qualche pezzetto dalla sua.
Ieri era la festa del papà.
Mi hanno chiesto diverse volte se avevo fatto gli auguri al mio, ma la risposta era sempre la stessa, no.
Si sveglia prima di me il lunedì e prima di notte non ci rivediamo mai.
Questa era la scusa ufficiale.
La verità è che mi imbarazzano queste occasioni. Augurargli cosa?
Le nostre conversazioni si limitano al buongiorno e alla buonanotte, forse qualche parola a pranzo, se capita di mangiare insieme.
Le colpe sono un pò di tutti e due, lui ha le sue, io le mie.
Non abbiamo mai avuto un rapporto, di alcun genere.
Non sto dicendo che è stato un cattivo papà, per noi (figli) ha sempre dato il massimo, non ci è mai mancato nulla e abbiamo sempre fatto ciò che volevamo. Forse ci è mancato solo lui.
Per un periodo ho pensato che se sono come sono fosse solo colpa sua, della sua assenza.
Ho cambiato in parte opinione, se sono così è perchè ci sono nato, paure, insicurezze e carattere (inesistente) inclusi. Ma sono ancora convinto del fatto che conoscerlo un po' mi avrebbe dato un'idea concreta di come crescere.
Ci, mi vuole bene, e forse è proprio per questo che si è allontanato da noi, per paura di non sapere cosa fare e di sbagliare.
La vedo così, è come mi comporto io quando ho paura di fare qualche cazzata e allo stesso tempo voglio dare una mano. Lavoro da lontano, osservando che vada tutto bene e che non ci siano problemi.
Rientrando a casa a mezzanotte, quindi oramai il giorno dopo, ho aspettato che si allontanasse e poi ho detto: ah, papà...auguri per la festa del papà.
Ha risposto con un grazie, il tono era quello di chi dice che ormai è troppo tardi.
Scusa papà, se non sono come vorresti e scusami se in qualche modo ti deludo.
Sappi che comunque ti voglio bene anche io, anche se non te lo dico, e anche se non te lo dimostro.
Grazie papà

sabato 10 marzo 2012

milano

Finalmente ci siamo visti.
Aspettavo di vedere l'Altro da un mese circa, pacco più pacco meno. Credevo volesse farsi una meganotte di sesso, invece niente.
Mi ha fatto sentire una merda.
Va bene che non mi vuoi, va bene che non ti piaccio più, ma figa cento chilometri per farti fare un pompino non ti sembra siano troppi?
Abbiamo dormito nello stesso letto, me eravamo lontani mille chilometri. Sono riuscito anche a sognare che il giorno dopo ci saremmo mandati reciprocamente a fare in culo.
Non è successo, ma forse sarebbe stato meglio.
Mi ha raccontato che si è fatto questo, quell'altro.. Come se fossimo amici.
Non credo di essermi sentito così umiliato in tutta la mia vita. Nemmeno quando mi ha scopato dicendo che ero la sua puttana. Almeno gli facevo effettto, lo eccitavo.
Sentirmi non voluto, sentirmi di troppo. Mi ha fatto male.
E' ritornato verso milano con me, doveva far sistemare gli occhiali da sole. Così ci siamo fatti una bella mattina insieme, in cui è rimasto sempre connesso alle applicazioni con cui si trova da scopare.
E l'umiliazione cresce in ogni momento in certe situazioni, alimentata dal fatto che ha l'abitudine di ricordarmi in ogni momento che mi piace il cazzo.
Non è certo un segreto, ma c'è modo e modo per dire le cose. A me interessa di più la persona a cui è attaccato. E lui non lo capisce, o forse, come si dice, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Mi mette a disagio. Non credevo che sarebbe potuto succedere, ma è stato così.
Sono quasi deluso da questa scoperta. Credevo fosse una persona speciale, invece è una persona come un'altra, e forse anche peggio delle altre.
A sentire lui il mondo prende il cazzo o lo da. Fa dei sentimenti e di tutte le cose in cui credo, nelle relazioni, nelle persone, nei rapporti speciali, una serie di stronzate. Che poi non è neanche così, dice di avere i suoi amici, la sua compagnia... Mi ha pure detto che si vede con un ragazzo.
Francamente non lo so. So che mi ha lasciato una brutta sensazione.
Credo non si capisca niente di quello che ho scritto prima, ma lo sconvolgimento è ancora fresco, e la scorsa notte è stata insonne.
Mi sono guardato negli occhi prima, ritornando dalla piscina. Il cloro arrossa gli occhi e li rende lucidi, tanto che si possono vedere dritti dritti nelle pupille i sentimenti. Si dice che gli occhi siano l'unica parte di noi che non sa mentire, e io nei miei ci ho visto la malinconia.
Credo di averla presa in eredità da mia nonna. Sicuramente fa ridere la cosa, l'immagine di me associata ad una vecchina non è il massimo, ma non c'è altra spiegazione.
Entrambi di marzo, entrambi con una specie di dolore dentro, che non ha una causa precisa.
Forse affetti da male di vivere, forse troppo pigri o codardi per affrontare la vita.
O forse troppo sensibili, tanto da non riuscire a gestire i sentimenti verso le altre persone, fino a perdere di vista noi stessi per assecondare le esigente ed esistenze altrui.
Ho provato a parlarne. Ma nessuno capisce, evidentemente i miei sorrisi sono convincenti; quando apro gli occhi la mattina cerco di elaborare un'espressione da tenermi in faccia tutto il giorno, e che per questo dev'essere sostenibile. Non troppo allegra, non troppo triste.
Ma io ci credo sempre, che prima o poi verrà un'alba serena, e ci sarà voglia di ridere, avrò ritrovato il gusto di vivere. Senza bisogno di inventarmi una dimensione in cui poter stare bene.
Perchè quelli come me non sono fatti per stare al mondo.