tanto di cui parlare, tutto ancora da vivere

sabato 10 marzo 2012

milano

Finalmente ci siamo visti.
Aspettavo di vedere l'Altro da un mese circa, pacco più pacco meno. Credevo volesse farsi una meganotte di sesso, invece niente.
Mi ha fatto sentire una merda.
Va bene che non mi vuoi, va bene che non ti piaccio più, ma figa cento chilometri per farti fare un pompino non ti sembra siano troppi?
Abbiamo dormito nello stesso letto, me eravamo lontani mille chilometri. Sono riuscito anche a sognare che il giorno dopo ci saremmo mandati reciprocamente a fare in culo.
Non è successo, ma forse sarebbe stato meglio.
Mi ha raccontato che si è fatto questo, quell'altro.. Come se fossimo amici.
Non credo di essermi sentito così umiliato in tutta la mia vita. Nemmeno quando mi ha scopato dicendo che ero la sua puttana. Almeno gli facevo effettto, lo eccitavo.
Sentirmi non voluto, sentirmi di troppo. Mi ha fatto male.
E' ritornato verso milano con me, doveva far sistemare gli occhiali da sole. Così ci siamo fatti una bella mattina insieme, in cui è rimasto sempre connesso alle applicazioni con cui si trova da scopare.
E l'umiliazione cresce in ogni momento in certe situazioni, alimentata dal fatto che ha l'abitudine di ricordarmi in ogni momento che mi piace il cazzo.
Non è certo un segreto, ma c'è modo e modo per dire le cose. A me interessa di più la persona a cui è attaccato. E lui non lo capisce, o forse, come si dice, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Mi mette a disagio. Non credevo che sarebbe potuto succedere, ma è stato così.
Sono quasi deluso da questa scoperta. Credevo fosse una persona speciale, invece è una persona come un'altra, e forse anche peggio delle altre.
A sentire lui il mondo prende il cazzo o lo da. Fa dei sentimenti e di tutte le cose in cui credo, nelle relazioni, nelle persone, nei rapporti speciali, una serie di stronzate. Che poi non è neanche così, dice di avere i suoi amici, la sua compagnia... Mi ha pure detto che si vede con un ragazzo.
Francamente non lo so. So che mi ha lasciato una brutta sensazione.
Credo non si capisca niente di quello che ho scritto prima, ma lo sconvolgimento è ancora fresco, e la scorsa notte è stata insonne.
Mi sono guardato negli occhi prima, ritornando dalla piscina. Il cloro arrossa gli occhi e li rende lucidi, tanto che si possono vedere dritti dritti nelle pupille i sentimenti. Si dice che gli occhi siano l'unica parte di noi che non sa mentire, e io nei miei ci ho visto la malinconia.
Credo di averla presa in eredità da mia nonna. Sicuramente fa ridere la cosa, l'immagine di me associata ad una vecchina non è il massimo, ma non c'è altra spiegazione.
Entrambi di marzo, entrambi con una specie di dolore dentro, che non ha una causa precisa.
Forse affetti da male di vivere, forse troppo pigri o codardi per affrontare la vita.
O forse troppo sensibili, tanto da non riuscire a gestire i sentimenti verso le altre persone, fino a perdere di vista noi stessi per assecondare le esigente ed esistenze altrui.
Ho provato a parlarne. Ma nessuno capisce, evidentemente i miei sorrisi sono convincenti; quando apro gli occhi la mattina cerco di elaborare un'espressione da tenermi in faccia tutto il giorno, e che per questo dev'essere sostenibile. Non troppo allegra, non troppo triste.
Ma io ci credo sempre, che prima o poi verrà un'alba serena, e ci sarà voglia di ridere, avrò ritrovato il gusto di vivere. Senza bisogno di inventarmi una dimensione in cui poter stare bene.
Perchè quelli come me non sono fatti per stare al mondo.

1 commento:

  1. L'ultima frase la trovo magari un po' esagerata... ;-)
    Comunque, secondo me, dovresti chiederti cosa cerchi da lui e cosa lui cerca da te. Se davvero ti ha deluso così tanto, mettici una pietra sopra quanto prima. Sbaglio?

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