tanto di cui parlare, tutto ancora da vivere

sabato 21 aprile 2012

II settimana

Ce l'avevo quasi fatta, il pensiero che l'Altro non fosse più un problema mi dava parecchia soddisfazione.
Ma poi accade, come al solito, che andando serenamente a prendere il treno per la lezione del pomeriggio il telefono vibri in tasca.
Sarà Marghe. O forse Lui. O forse qualche altro scassa palle.
E invece è l'Altro, "un pensiero dalla francia" mi scrive.
Mi aveva detto che ci sarebbe andato con il suo "amico".
E aveva anche fatto l'offeso perchè non l'avevo cercato in settimana.
Così questa settimana ho rincarato la dose.
Mi sono fatto un altro, per di più un altro M. Diciamo che questo lo chiamerò Massmonza.
Oramai faccio confusione anche io, non riesco a spiegarmi quest'abbondanza di soggetti con lo stesso nome.
Un tipo carino, un po' tiepido forse. Magrolino e piccoletto, decisamente poco adatto ai miei gusti attuali: più che altro non era abbastanza "maschio" nei modi e nell'atteggiamento, pur conservando quel fascino che ha chi vive solo in una casa vuota non per sua scelta.
Insomma, siccome una scopata non la rifiuto a nessuno, specie quando ho così tanta voglia, sono andato da lui praticamente senza conoscerlo. Non è nel mio stile, preferisco scegliere le mie vittime con calma, ma ultimamente non sono più io a ragionare.
Purtroppo o per fortuna il coglione non aveva i preservativi (bisogna essere IDIOTI), quindi non abbiamo fatto altro che qualche porcata.
E una volta a casa, avevo ancora voglia.
Così ho fatto il cascamorto con M (questo lo chiamerò Masscinisello, l'acquisto della scorsa settimana), e martedì notte, dopo la piscina, ero di nuovo nella sua soffitta.
Solo che stavolta io avevo una gran voglia di scopare, lui volevea solo venire in qualsiasi modo e farsi fare un po' di compagnia. Insomma si è fatto una sega e poi si è spento.
Chiaramente, a far venire me non ci pensa nessuno, credono sia tutto dovuto.
Così ho deciso che quella sarebbe stata l'ultima volta con lui: i punti a suo favore erano in netta minoranza rispetto a quelli a suo sfavore.
Perciò è ricominciata la ricerca.
Ho messo gli occhi su un ragazzo, questa volta più giovane, 28 anni.
Bello, veramente bello, solo che dev'essere coglione, o solo un cagasotto. Dopo aver chattato un po', capendo che il soggetto aveva qualcosa di strano, gli ho chiesto sinceramente se gli interessava combinare qualcosa.
Ha detto si, certo che mi interessa, poi però non l'ho più trovato connesso.
Era un altro M, forse questa lettera dell'alfabeto mi ha dato troppo, ne ho esaurito le possibilità.
Per sdrammatizzare, ieri mi arriva un messaggio dall'Altro: "stasera che fai?"
Dopo il solito paio di messaggi in cui cerco di temporeggiare, di fargli cazzo capire che se porta lui il suo bel culo da me per una volta non muore, giungiamo alla conclusione che è meglio rimandare.
Non potevo certo starmene a casa, così sono andato per il solito appuntamento del giovedì da M, e questa volta si tratta proprio del mio dolce e misterioso M.
E' stato bello, forse la cosa è un pò abitudinaria, e finalmente sta venendo fuori il fatto che lui non vuole assolutamente farsi conoscere, mi tiene a distanza.
Io glielo faccio notare, lui constata e finisce lì. La cosa non mi fa male, in fin dei conti sarà più facile farla finita quando sarà il momento: se dopo tutti questi mesi a stargli addosso non si fida, significa che c'è qualche problema.
In ogno caso, fatti suoi.
Qualche ora fa ho chiamato io l'Altro, mi fa strano vederlo ben disposto ad un incontro.
Come da copione, "domani ci sono fino alle 18".
Ok va bene, vengo per pranzo e me ne vado per quell'ora.
Vado in piscina, spengo il telefono, ma già lo so che sta per arrivare la bomba.
Lo riaccendo e c'è un suo messaggio, dobbiamo rimandare, la madre non sta bene.
Ora, mi dispiacerebbe molto se sua madre non stesse bene, ma proprio non mene frega un cazzo.
Da notare il fatto che il messaggio fosse articolato, con i punti al posto giusto, la grammatica pensata. Insomma, sembrava scritto da un altro, se paragonato ai soliti "un bacio", "ho voglia","stasera vieni?".
In ogni caso, non ci credo, non è possibile che ogni volta ne abbia una.
Devo ammettere che quella dell'avvocato è stata la più originale: appuntamento fissato e dieci minuti dopo arriva il messaggio, "dobbiamo rimandare ho una lettera dell'avvocato nella posta".
Probabilmente mi sbaglio, sono solo un povero cretino che pensa che il mondo gli giri attorno, ma non ci credo più.
Forse è la giusta punizione per aver detto tante palle, quella di non credere più a nulla.
Così domani porterò la mia bambina alla stazione, va a farsi qualche giorno a Roma con un amico.
Dice che non c'è nulla, e, avendolo visto, le credo fermamente. Non che ci sarebbe qualcosa di male, ma madre ha fiutato il peccato e l'inopportunità della cosa lontano un miglio.
E ogni volta penso alla struttura morale che mi hanno costruito dentro, a quel sentirsi fuori luogo in ogni dove, a volte anche a casa propria.
Prima o poi me lo faccio anche io qualche giorno pazzia da qualche parte. Faccio lo zaino e vado via, con il primo che mi ci porta, a dispetto di ogni convenzione e inopportunità-
Tanto ho capito che ad aspettare qualcuno, amici o amanti che siano, si rischia di aspettare per sempre.
E io non ho così tanto tempo.

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