tanto di cui parlare, tutto ancora da vivere

giovedì 5 aprile 2012

49 e sessanta

Sono stato dall'Altro.
Di nuovo.
Questa volta mi sono detto che gli dovevo riportare gli occhiali, liberarmi dell'ultima cosa che poteva ricondurmi a lui.
Gli ho mandato un messaggio per chiedergli come stava.
Mi ha risposto chiedendomi se andavo a pranzo da lui il giorno dopo. Perchè è così con lui, non esisto se non quando mi chiede di andare a trovarlo. Non importa poi tanto come sto e se sto.
Mi sono svegliato ad un'ora folle e sono andato, senza pensarci, neanche questa volta.
I tempi, gli stessi di sempre: arrivo, mi saluta, sembra contento di vedermi, poi un attimo dopo suona il telefono e chissà chi è.
Poche domande, cerca di fare conversazione. Come sto, come va coi miei amanti: mi ha detto che lo eccita sapere chi mi faccio e cosa mi faccio fare. Poi, data la scarsità dei miei racconti, devo inventarmi qualcosa io.
Poco per volta mi sto abituando a chiedergli quelle cose che mi strappano un pezzettino di cuore in più ogni volta. C'è di mezzo il solito ragazzo che frequenta più una serie di nuove conoscenze. Di cui probabilmente non so niente, cerco di essere forte quando mi dice che se n'è fatto uno nuovo, ma negli occhi credo si veda tutto quanto. Per non dire che facendo due conti ogni stronzata che mi racconta si rivela per quel che è.
Poi viene il momento delle cose carine, prima di finire a letto a scopare, quando mi bacia, mi abbraccia, mi dice che vuole portarmi via per un paio di giorni.
Forse il corpo umano è stupido, forse è troppo furbo, ma credo entrino in circolo delle sostanze che fanno dimenticare tutto il resto.
E si finisce nudi un altra volta, ma senza spogliarsi l'un l'altro: mi dà appuntamento sotto le coperte, nudo, come si sentisse in dovere di fare qualcosa.
Poi, una volta finito tutto, divento ingombrante. Capisco di dargli fastidio. E capisco giusto.
Mi ha lasciato in stazione tre quarti d'ora prima del treno, "così fai bene il biglietto con calma", così mi ha risposto quando gli ho fatto notare che mancava un bel pezzo.
E poi quel ci sentiamo per settimana prossima.
E io che cammino sconsolato verso il binario.
E io che faccio quel biglietto del cazzo.
E io che mi dimentico di timbrare, sto pensando che nemmeno il più ingrato degli stronzi vada trattato così.
E io che mi sveglio di colpo, il controllore che mi tocca la spalla, sto dormendo.
E io che pago cinquanta euro di multa perchè non ho timbrato.
E io che gli scrivo, cercando non so cosa, conforto forse.
E lui che risponde, dopo un pezzo, che ne pagherà metà, e nient'altro.
E io che piango, in silenzio, dietro agli occhiali scuri, da treviglio alla metro verde.
Ho pianto tanto, ho pianto tutte quelle lacrime che ho tenuto dentro questi 4 mesi.
Mi piacerebbe essere forte, essere come lui, farmene uno al giorno e fregarmene del mondo.
E forse su piccola scala sono anche io così.
Ho il mio Lui, che tengo ben all'oscuro di tutto, poi M, qualche volta A, e l'ingombrante Altro e presto credo qualche altro elemento.
Solo che io non sopporto di essere trattato come io ho trattato quelli che mi son fatto giusto per fare una scopata.
Questo è il vero motivo di tutto questo dolore.
Poi il fatto di vederlo come un dio è legato comunque al suo lavoro, alla sua vita: anche al fatto che io non ne ho una mia.
Manca tanto, mi rendo conto che manca tanto per stare bene.
Ci saranno tante guerre, ci sarà da piangere ancora, forse ci sarà da chiedere scusa, ma non se la colpa non sarà stata mia.
Bisognerà affrontare la paura, bisognerà dire ancora qualche bugia a malincuore, bisognerà guardare il telefono che di suonare non ne vorrà sapere, bisognerà rendersi conto che il weekend arriverà lo stesso e passerà comunque e io sarò probabilmente solo.
Spero solo di riuscire un pochino alla volta ad avvicinarmi ad un cambiamento o a qualcosa che gli somigli.
Mi sono stancato di aspettare.

2 commenti:

  1. Ti capisco.All'inizio invidiavo chi aveva una vita diversa dalla mia, credevo che quella fosse migliore. Poi mi son decisa. Ho iniziato un mio percorso. E va bene, la mia vita non sarà perfetta poco importa, l'ho scelta e l'ho costruita io.
    Un mio consiglio è quello di cercare di trovare una tua strada e ci saranno guerre, battaglie, sofferenze ma sarà stata comunque una tua scelta.
    Ti auguro di trovare presto la serenità che cerchi.
    Un abbraccio

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  2. Che strano, sento oggi le stesse cose che sentivo quando avevo la tua età. Motivo di sconforto ulteriore per me. Ma sono sicuro che andrà meglio.

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